martedì, novembre 23, 2004

Riforma dei Consultori familiari

(riceviamo e volentieri pubblichiamo, dalla cara Olimpia Tarzia)

Carissima / o,

La legge regionale di riforma dei consultori familiari da me presentata ad inizio legislatura è ormai in dirittura di arrivo. Oggi in Commissione Sanità sono stati approvati i primi articoli. Entro la fine dell?anno il Lazio avrà una nuova legge che darà nuova linfa ai consultori. Oggi sono stati approvati articoli di grande importanza e innovativi. Innanzitutto viene prevista l?erogazione da parte della Regione di contributi economici al fine di disincentivare il ricorso all?interruzione volontaria della gravidanza da parte di donne che versano in situazione di disagio economico (prima Regione in Italia ad intervenire in questo modo). Inoltre vengono riconosciute iniziative per garantire la partecipazione attiva e propositiva delle famiglie e delle associazioni familiari e di volontariato nella programmazione, nell?organizzazione e nella gestione del servizio di assistenza alla famiglia e alla maternità. Viene poi stabilita una nuova classificazione dei consultori che riconosce pari dignità ai consultori gestiti dalle Asl o da altri enti pubblici e consultori promossi e gestiti da Enti privati attraverso il riconoscimento e l?accreditamento. Tra le funzioni del consultorio è prevista anche l?educazione al rispetto della vita umana fin dal concepimento e interventi di assistenza diretta sotto il profilo psicologico, sociale, legale e sanitario volti a rimuovere le cause che potrebbero indurre la donna ad interrompere la gravidanza.

Questi sono solo alcuni aspetti di questa nuova legge che vuole restituire ai consultori la loro funzione primaria che è quella sociale di fare un servizio alla famiglia, alla maternità e alla paternità responsabile e che vuole porre un freno alla tendenza ormai diffusa secondo cui i consultori si sono trasformati in presidi sanitari la cui principale attività risulta essere quella di rilascio di certificati di aborto. La battaglia sarà ancora durissima: l'opposizione ha presentato oltre 150 emendamenti e dunque il lavoro in commissione sarà estremamente impegnativo, senza considerare poi lo scontro finale in Aula che presumo sarà della stessa intensità che vi fu per la legge sulla famiglia.

Ti terrò aggiornato sui prossimi sviluppi, ma anticipando la mia prossima newsletter desideravo intanto darti questa bella notizia.

Olimpia Tarzia

giovedì, ottobre 21, 2004

I GIORNI DELL'EROISMO NELLA TRIESTE TRADITA

Si è svolto a Roma, martedì 19 ottobre, promosso dall?Associazione europea Scuola e professionalità insegnante (Aespi) il convegno ?50 anni di Trieste italiana?. Nella sessione mattutina ? dopo il saluto di Lucio Tolh presidente dell?Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e di Angelo Ruggiero, presidente dell?Aespi ? hanno svolto relazioni Massimo De Leonardis, Ester Capuzzo e Marino Micich. Nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda, moderata da Roberto Jacopini, con la partecipazione dei parlamentari Franco Servello, Mario Palombo, Giulio Gamber, Riccardo Pedrizzi, Angela Napoli, Roberto Menia, Roberto Damiani e Valentina Aprea. Di seguito pubblichiamo la testimonianza di Franco Servello.

Al tempo del ritorno di Trieste all?Italia, ero, oltreché consigliere comunale del Msi a Milano, direttore del settimanale ?Meridiano d?Italia?, che ebbe, per unanime ammissione, un ruolo di primo piano nello smuovere i sentimenti degli italiani verso le sorti della città ?italianissima?.
La drammatica vicenda di Trieste ebbe inizio allorché, in vista della fine del conflitto, il Pci, in esecuzione degli ordini arrivati da Mosca, si dichiarò pienamente solidale con Tito, concordando con la richiesta del capo jugoslavo di annettersi la Dalmazia, l?Istria e la Venezia Giulia, compresa ovviamente Trieste. I capi comunisti triestini, Luigi Frausin e Vincenzo Gigante, non disponibili ad assecondare le richieste di Tito, furono fatti cadere, con una spiata, nelle mani della Gestapo. Durante gli ultimi mesi di guerra (periodo che segnò la definitiva perdita, per l?Italia di Zara e della Dalmazia), la popolazione di ceppo italiano incominciò seriamente a pensare all?esodo.
Né potevano fare altrimenti, dal momento che, nei 40 giorni che intercorsero, tra l?arrivo a Trieste del IX Korpus (1° maggio 1945) e l?attuazione della ?linea Morgan?, cioè la consegna di Trieste, Gorizia e Pola agli inglesi avvenuta il 12 giugno 1945, si verificò la terribile seconda stagione delle foibe, dopo l a prima, che aveva avuto luogo subito dopo gli eventi dell?8 settembre 1943. Una stagione che costò la vita ad almeno 20.000 italiani(e la cifra è approssimata per difetto), e alla quale gli Alleati assistettero inerti.
Il dramma ebbe il suo epilogo con la firma del Trattato di Pace il 10 febbraio 1947, a Parigi. L?Italia era sola. Dall?altra parte del tavolo stavano i rappresentanti di 21 nazioni, i vincitori della seconda guerra mondiale. De Gasperi non era andato. Aveva inghiottito la sua dose di fiele durante le riunioni della Conferenza della pace (agosto-ottobre 1946) quando Moloiov, il ministro degli Esteri sovietico, leggendo un discorso scrittogli da Palmiro Togliatti, aveva affermato che ?l?Istria e la Venezia Giulia sono terre e popolazioni slave e non italiane?.
Purtroppo non fu l?unica prova di asservimento agli interessi di Tito da parte del Pci, o quanto meno dei suoi vertici. Per tutta la durata della Conferenza, il Pci, che pure in Italia era forza di governo, esercitò un?azione micidialmente contraria agli interessi italiani e favorevole a quelli jugoslavi. De Gasperi avrebbe potuto certamente ottenere di più se avesse avuto dietro di sé l?unità di tutto il popolo. Ma i comunisti lo tradirono, e di questo tradimento raccolsero i frutti Tito e la Russia. Il comunista Emilio Sereni, che ricopriva la determinante carica di ministro per l?Assistenza post-bellica, e sul cui tavolo finivano tutti i rapporti con le domande di esodo e di assistenza provenienti da Pola, da Fiume, dall?Istria e dalla ex-Dalmazia italiana, anziché farsene carico e rappresentare all?opinione pubblica la drammaticità della situazione (tra le domande ve ne erano non poche firmate da esponenti comunisti italiani rimasti dall?altra parte della linea Morgan, che tuttavia si sentivano prima di tutto italiani), minimizzò e falsificò i dati. Rifiutò di ammettere nuovi esuli nei campi profughi di Trieste con la scusa che non c?era più posto e, in una serie di relazioni a De Gasperi, parlò di ?fratellanza italo-slovena e italo-croata?, sostenendo la necessità di scoraggiare le partenze e di costringere gli istriani a rimanere nelle loro terre, e affermando che le notizie sulle foibe erano ?propaganda fascista?. E invece, nelle foibe erano finiti 20 mila italiani!?.
Governatore militare inglese di Trieste era il generale John Winterton. L?amministrazione della città era democristiana. All?opposizione stavano i comunisti, schierati con Tito e sostenitori della consegna della città alla Jugoslavia, e i missini, comparsi sulla scena politica alla fine del 1947, ad opera di Giuseppe Sonzogno e Gemma De Colò, ex comandante delle Ausiliarie di Trieste. Segretario provinciale era Flavio De Ferra, giovanissimo reduce della Rsi. Al Msi avevano aderito numerosi professionisti e intellettuali. Tra le donne, Carmen Giorgeri, madre del generale Licio Giorgeri che sarà assassinato dalle Brigate Rosse nel 1987. L?unico uomo politico che riempiva le piazze di Trieste era Giorgio Almirante.
Gli scontri tra i giovani missini e i comunisti erano continui, con coinvolgimento della polizia militare inglese, arresti e feriti. L?8 marzo 1953, al termine di un comizio di De Marsenich, si formò un corteo. Una bomba esplose tra la folla e ferì gravemente, mutilandoli, Fabio De Felice e Cesare Pozzo, nonché, meno gravemente, altri 17 giovani. Almirante non ebbe dubbi: ?E? una bomba slava?, denunciò. Il 4, 5 e 6 novembre 1953 furono i tre giorni più drammatici. In totale si ebbero 6 morti e 55 feriti, in prevalenza giovani missini. La Federazione del Msi fu assalita e devastata dai comunisti. Nessuna protesta ufficiale si levò dal governo di Roma.
Come direttore del ?Meridiano d?Italia? rilevai quella carenza, e il giornale si impegnò, assieme al partito e al suo organo ufficiale, il ?Secolo d?Italia?, in una intensa campagna per la restituzione di Trieste all?Italia?, in una intensa campagna per la restituzione di Trieste all?Italia. Nel numero del 10 ottobre 1954 scrivemmo che ciò che era avvenuto il giorno 5 (la partenza degli inglesi) era solo un ritorno all?Amministrazione, ma non alla Sovranità. Denunciammo che sicura era soltanto la perdita della zona B e dell?Istria. Città italianissime come Capodistria, Parenzo, Pirano, Cittanuova e Bule erano perdute per sempre. Senza contare il fatto che nessuna nuova iniziativa era stata intrapresa per il rilancio dell?economia di Trieste, né industriale, né commerciale. La città era in agonia, la piccola e media impresa in crisi, con 25 mila disoccupati. Da quel momento ci impegnammo a fondo, anche come partito, per il rilancio di Trieste. criticammo aspramente la stampa asservita al rinunciatarismo democristiano e al filotitoismo comunista. Per mesi e mesi proseguimmo la nostra campagna denunciando che gli slavi continuavano ad operare liberamente a Trieste, appoggiati e sostenuti dai comunisti locali, mentre dalle città e dai paesi della Zona B continuava l?esodo degli italiani, odiati, perseguitati e derubati di ogni loro avere: denaro, beni, case e terreni. E attaccammo anche il presidente del Consiglio Scelba, che non aveva detto una parola sui paesi e i villaggi della Zona A ceduti a Tito a seguito del memorandum di Londra. Un rinunciatarismo che avrebbe trovato la propria sublimazione con il trattato di Osimo del primo ottobre 1975, con il quale l?Italia rinunciò definitivamente alla Zona B perdendo così per sempre quella piccola parte di Istria di cui avrebbe avuto pieno diritto di rientrare in possesso.

(tratto dal website di Alleanza Nazionale)

giovedì, ottobre 14, 2004

I valori cattolici e l'omosessualità (che centra Buttiglione?)

A proposito della posizione della Chiesa sull'omosessualita, mi permetto anch'io uno sfogo.

Mi ha scandalizzato che Rocco Buttiglione, che fra tre settimane inizierà il suo compito di commissario all'Unione Europea sia stato messo pesantemente in discussione, perche "troppo cattolico". Aveva detto chiaramente che l'omosessualita è un peccato: è la sua posizione morale, da cristiano. Aveva valorizzato il ruolo della donna come sposa e madre. Per quello è stato rifiutato come commissario dalla Commissione Libertà dell'Europarlamento. Le ragioni: "Dopo il suo commento che l'omosessualita è un peccato, la commissione non lo stima capace di mettere in pratica la Carta EU sui diritti fondamentali", "E' difficilmente accettabile un commissario che dichiara l'omosessualità come moralmente riprovevole".

Qualche tempo fa ho letto che un vescovo tedesco e stato accusato da un'associazione gay per "discriminazione", per aver condannato l'omosessualita. Non so come e finita questa storia, ma se
andiamo avanti cosi, teoricamente le gerarchie ecclesiastiche potranno essere condannate se difendono la posizione cattolica.

I diritti fondamentali dell'Uomo sono fraintesi se con "Uomo" non si
intende piu "Creatura di Dio". La libertà è fraintesa come libertà dalla
legge di Dio, dallo sguardo di Dio, dalla morale che Dio ci suggerisce
nel nostro cuore. L'uguaglianza fraintesa pretende di rendere uguale quello
che non e stato creato uguale. Dio ha creato l'uomo e la donna uguali in
dignità, come sua immagine, ma non uguali nel senso di sostituibili.
Allora certo che la Chiesa cattolica non è conforme a questa caricatura
dei diritti fondamentali dell'uomo.

giovedì, settembre 30, 2004

La dottrina Bush e il nuovo ordine mondiale

George W. Bush: il primo imperatore

(tratto da: Giuseppe Brindisi, http://www.strategiaglobale.com/)

La fase bellica della questione Irachena è terminata con un incontestabile successo, militare e politico, degli USA.
Nei talk show, non si è fatto in tempo ad amplificare i tristi vaticini dei garbati detrattori delle capacità USA, che Bagdad era occupata.

Il comico ministro della propaganda irachena ha fatto appena in tempo, prima di darsele a gambe, a dire che la Guardia Repubblicana di Saddam si apprestava a fare un’ecatombe di yankee.
L’umanità intera, seduta sulle gradinate virtuali del Colosseo, all’entrata dei carri armati nell’arena di Bagdad guardò verso l’imperatore Bush che, pollice verso, ordinava ai suoi gladiatori di finire i vinti.

Scherzi a parte (mica tanto scherzi, però), il fulmineo disfacimento delle Armate di Saddam sorprese tutti, esperti e non esperti.

I veri esperti, convinti dell’inevitabile sconfitta di Saddam, non riuscivano a spiegare la soppressione di un atto della
tragi-commedia: lo scontro con la terribile Guardia Repubblicana.
Nemmeno la linea Maginot aveva resistito così poco tempo.
La sparizione della Guardia avveniva in tempi da primato Guinness.
La dietrologia spiega anche questo primato: americani e iracheni si erano messi d’accordo. Tutto finto, come lo sbarco sulla Luna.

Le cose stanno diversamente. Le unità corazzate americane avevano ricevuto l’ordine di correre all’impazzata verso Bagdad, come Guderian verso Dunkerque..

L’Armata Irachena era stata paralizzata in una ragnatela. Missili segugi, bombe da tiro a segno, proietti ad elevata perforazione, guerra elettronica, guerra psicologica, aerei A10 (veri e propri cannoni a canne rotanti con intorno un aereo), elicotteri Apache, bombe di profondità terrestri ed altre diavolerie americane, danzavano, ipnotizzavano e, poi, distruggevano gli stralunati pretoriani di Saddam che, messisi in mutande, cercavano scampo nella fuga Azzardo un paragone: i pellerosse avevano maggiori probabilità di resitere;il divario tecnologico era meno abissale.

Ci siamo resi tutti conto che è da pazzi pensare di combattere con armi e forze convenzionali contro gli USA. L’aveva fatto con successo il Vietnam per due motivi:
• Primo (e basterebbe questo) l’appoggio dell’URSS e della Cina;
• Secondo: ambiente giunglo-paludoso del Vietnam.

Si fa presto a dire: l’America, in Vietnam, doveva intervenire subito con il massimo sforzo possibile. E l’URSS e la Cina?
Il mondo era bipolare e ciascun polo, prima di agire, doveva tener conto dell’altro in situazione di equilibrio del terrore.
Ora il mondo è unipolare e, ringraziamo Iddio che gli USA siano una grande Democrazia. Se al suo posto fosse stato il Terzo Reich ora marceremmo tutti a passo d’oca e ci saluteremmo al grido di heil Hitler.

Bush, nel suo discorso al Congresso, (settembre dello scorso anno), aveva illustrato il proprio Disegno Strategico Planetario
Gli intendimenti espressi dal Presidente si possono raggruppare in tre entità:
•rappresentazione della realtà americana nell’ambito di quella planetaria;
•MISSIONE degli USA,
•Disegno Strategico e cioè: come assolvere LA MISSIONE.


La Realtà Americana
Bush così testualmente si esprime:
“Oggi, gli Stati Uniti godono di una posizione di impareggiabile forza militare e di grandioso potere economico e politico…Ora l'America non è più minacciata da Stati conquistatori, ma da Stati perdenti. Non siamo più minacciati da flotte ed eserciti, ma da tecnologie catastrofiche nelle mani di pochi esagitati…L'impronta caratteristica del nostro rapporto con la Russia non è più lo scontro, ma la cooperazione, e i vantaggi di questo cambiamento sono chiari: è finito l'equilibrio del terrore che ci teneva divisi; si è assistito ad una storica riduzione degli arsenali nucleari; e cooperiamo in settori come la lotta al terrorismo e la difesa missilistica, cose che fino a poco tempo fa sarebbero state inconcepibili”


La Missione
“Ma oggi, l'umanità ha tra le mani la responsabilità di far trionfare la libertà a dispetto di tutti i suoi nemici. Gli Stati Uniti accolgono con gioia la responsabilità di guidare questa grandiosa missione”.


COME
“Estendere i benefici della libertà in tutto il pianeta. La nostra strategia completa per combattere le armi per la distruzione di massa prevede: di estendere i benefici della libertà in tutto il pianeta; di mantenere le nostre difese in grado di far fronte a qualsiasi sfida con operazioni preventive di contro-proliferazione, con misure deterrenti e difensive contro la minaccia prima che essa sia sferrata, con:
•(..) rafforzamento delle operazioni di non-proliferazione per impedire agli "Stati canaglia" e ai terroristi di dotarsi dei materiali, delle tecnologie e delle competenze necessarie per le armi per la distruzione di massa.
•(..) Strategie efficaci di gestione delle conseguenze degli effetti di un eventuale utilizzo delle armi per la distruzione di massa da parte di terroristi o Stati ostili.
Bush prosegue:
"... non esiteremo ad agire da soli, se necessario, per esercitare il nostro diritto all'autodifesa colpendo preventivamente i terroristi, per prevenire la possibilità che essi possano arrecare danni al nostro popolo"


Il Presidente definisce «stati fuorilegge» Iraq e Corea del nord, entrambi privi di quelle armi nucleari che invece possiedono Francia, Gran Bretagna, Russia, Cina, India, Pakistan, Israele. (..) Egli accomuna gli Stati in due categorie: gli alleati ed amici degli Stati Uniti (compresi quelli in possesso di armi di distruzione di massa) e il resto del mondo.
La Cina, pur non essendo in uno stato di conflitto, neppure latente, con gli USA, non può essere annoverata tra i paesi del tutto amici dell’America. Quanto meno per ragioni ideologiche. Rimane un Paese comunista.
Essa potrebbe costituire, in futuro, una gravissima minaccia per gli USA, i suoi Alleati e, soprattutto, per la Russia, con cui vi sono contrasti che risalgono al tempo della Grande Muraglia.

Cosa accadrebbe se i cinesi sviluppassero la capacità di colpire gli Stati Uniti con un attacco nucleare di sorpresa o, addirittura, la capacità di ritorsione nucleare cosiddetta del “secondo colpo” ?

Soffermiamoci un attimo su taluni concetti di strategia nucleare.
Capacità del “primo colpo” è la possibilità di sferrare un attacco nucleare di sorpresa, ma non quella di ritorsione.
Questa capacità ritorsiva generò, fino alla caduta del muro di Berlino, l’equilibrio del terrore.

Ciascuna delle due Superpotenze, pur attaccata di sorpresa dall’altra, conservava la capacità di ritorsione nucleare - cosiddetta del “ secondo colpo”-
Il terrore della distruzione reciproca, e del mondo intero, assicurava la pace.

L’UK, la Francia, la Cina, l’India, il Pakistan, Israele ed altre minori potenze nucleari, non possiedono, rispetto agli USA, la capacità del “secondo colpo”.
Un loro ipotetico attacco nucleare contro gli USA provocherebbe, di certo, la ritorsione nucleare annientatrice dell'America.
Ovviamente, agli Americani, questo vantaggio basta. Bella soddisfazione sarebbe quella di distruggere uno “Stato canaglia” dopo aver subito la distruzione di New York o di Washington.


Le minacce nucleari sono, dunque, di due tipì. Terroristico e Strategico.

•Terroristico, per la possibilità attuale o futura, di impiegare, contro gli USA (ed i loro Alleati), ordigni nucleari tattici della potenza di quelli fatti esplodere su Hiroshima e Nagasaki (20 o 30 Kiloton – un kiloton è pari a mille tonnellate di tritolo-). Tali ordigni potrebbero essere lanciati con missili a medio-corto raggio o con aerei kamikaze o, ancora, fatti esplodere come mine (corre voce che siano scomparse 20 valigette nucleari dell’ex URSS) ;

•Strategico, per l’eventuale attacco, o da parte di potenza dotata di capacità limitata al primo colpo o da potenza capce del “secondo colpo”, per ora inesistente.

E se la Cina sviluppasse la capacità del “secondo colpo”? Con missili balistici intercontinentali?
La dottrina di Bush, a leggerla bene, contiene anche le linee strategiche per fronteggiare questa ipotesi.
Esse si basano sullo sviluppo del cosiddetto “scudo spaziale” e sulla dottrina dell’attacco preventivo. Quando Bush dice “colpiremo per primi…" si riferisce, ovviamente anche a questo.

Quale critica alla dottrina di Bush?
Sembra che non dia il giusto peso, nell’esposizione fatta, a due grandi temi:
•lo svuotamento dall’interno dell’impero USA mediante la snaturazione della identità culturale, religiosa, antropologica, etnica degli USA. L'Islamismo, in analogia alla caduta dell’Impero Romano, fagocitato dal Cristianesimo, possiede le potenzialità ideologiche e di sviluppo demografico per svuotare dall’interno l’Occidente.
I tempi, per questa ipotesi, si calcolano a secoli;
•l’espugnazione pacifica della fortezza Occidente con migrazioni di massa (del livello centinaia di milioni di uomini) dall’Area Cino-indiana.

Bush e le sue teste d’uovo, di certo studiano anche queste sfide e, non passerà molto tempo, diverranno temi geo-politici di attualità.
E gli alleati Europei?
Gli «americani ripongono scarsa fiducia nei loro alleati (...), ad eccezione degli inglesi, escludendoli da ogni attività che non sia il lavoro poliziesco più subordinato» dice Zbigniew Brzezinski, ideatore del jihad anti-sovietico in Afghanistan.

(tratto da: Giuseppe Brindisi, http://www.strategiaglobale.com/)

lunedì, agosto 09, 2004

Aborto: Plaudiamo a Gentile e Sirchia

La proposta sara' presentata a settembre al ministro Sirchia

Aborto, Gentile (FI): ''Ticket dopo prima interruzione di gravidanza''

Il senatore azzurro: ''Pensiamo all'introduzione per le fasce sociali abbienti e per chi e' recidivante''

Lamezia Terme, 7 ago. (Adnkronos) - Un ticket sull'aborto, per le donne che possono pagarlo e per chi e' recidiva. E' la proposta che il senatore Antonio Gentile, di Forza Italia, presentera' a settembre al ministro della Salute, Girolamo Sirchia. ''La legge 194 e' una legge dello Stato che ognuno di noi laicamente rispetta e la cui introduzione ha rappresentato anche la fine di un vergognoso mercato clandestino - afferma Gentile in una nota - ma e' opportuno ripensarne l'impatto in termini di costo e di prevenzione dell'aborto''.

''Pensiamo di poter presentare a settembre - annuncia - un lavoro al ministro Sirchia per l'introduzione del ticket per le fasce sociali abbienti e per chi e' recidivante''. L'idea spiega Gentile e' ''quella di applicare dopo la prima interruzione volontaria di gravidanza un ticket del 50% e di rendere a totale carico della paziente ogni intervento successivo''.Anche perche', sostiene il senatore azzurro, ''ci sono casi di donne che hanno abortito 5 o 6 volte e non si tratta certo di situazioni di degrado sociale''. Secondo Gentile, questi ''sono esempi di incredibile e grave leggerezza che costituiscono un grave rischio per la donna, assumono contorni etici inaccettabili e producono costi ingiusti per la collettivita'''.

Gentile ricorda come ''ogni interruzione volontaria di gravidanza costi 2-3 mila euro allo Stato in un settore, quello della sanita', che oggi non riesce ancora a garantire degna assistenza a tanti ammalati''. E ritiene percio' che il provvedimento ''riporterebbe la discussione sulla prevenzione e sul ruolo dei consultori, in molti casi veri e propri templi di burocrazia, e aiuterebbe a capire il valore della contraccezione, ancora oggi non pienamente compreso''.
(Adnkronos)

Il Ministro della Salute Girolamo Sirchia si è detto favorevole alla proposta, nel principio che l'aborto non deve essere considerato come una contraccezione, e ha rivelato che vuole rivedere la legge sull'aborto. Bravo!

I soliti Radicali (in particolare Capezzone) hanno detti che "c'e' un talebano al ministero", mentre l'abortista Emma Bonino e il verde (?) comunista Pecoraro Scanio hanno detto che "E' una proposta vergognosa e indecente". Indecente sara' lui, scusate!.

(fonte: Adnkronos)

giovedì, maggio 20, 2004

Il punto di vista dell'AFI sul decreto Urbani

Da piu' parti e in particolare da Mantellini, e da Caravita, si discute del Decreto Urbani che infligge un duro colpo al libero scambio di musica e video online. Un punto di vista diverso e' sicuramente questo:

ASSOCIAZIONE DEI FONOGRAFICI ITALIANI

DECRETO "URBANI" UN PASSO A DIFESA DEI CONTENUTI

Con il Decreto "Urbani" convertito in legge, si è dato un colpo, speriamo efficace, al proliferare di atti illeciti in Internet a danno dei contenuti audiovisivi.

Anche il consumatore dovrà riprendere coscienza che la propria cultura e le proprie tradizioni vanno non solo tutelate ma anche sostenute.

Grazie dunque al Ministro Urbani. Ma grazie anche al Cinema italiano senza il quale, probabilmente, il settore musica da solo non sarebbe riuscito ad ottenere gli stessi risultati.

Non c'è stato timore di scontentare le forti "lobbies" contrarie al decreto, ma si è ascoltato, verificato e approfondito l'appello che più volte AFI, insieme alle altre associazioni, ha lanciato in difesa del diritto.

Ora AFI si aspetta di vedere lo stesso concreto intervento, da parte del Governo, per l'abbassamento dell'aliquota IVA sui prodotti discografici.

Un intervento in tal senso favorirebbe in particolare le piccole medie imprese del settore musicale italiano e sarebbe coerente con l'attuale orientamento fiscale del Governo che, anche grazie ad una chiara posizione dell'On. Fini, intende favorire i ceti medio piccoli.

UFFICIO STAMPA AFI

ASSOCIAZIONE FONOGRAFICI ITALIANI
A.F.I. WWW.AFI.MI.IT
Via Vittor Pisani 10 - 20124 Milano - Italy
Tel. 02 6696263
Fax 02 6705059

giovedì, maggio 13, 2004

newsletter n.6 del Movimento per la Vita Italiano

Ricevo e volentieri publbico dalla parlamentare Olimpia Tarzia del Movimento per la Vita:

Carissimo/a,

mercoledì 5 u.s. il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato, in prima lettura, gli articoli 5 e 6 dello Statuto riguardanti i diritti fondamentali e lo sviluppo civile e sociale.

Come sai, è proprio su questi articoli che si è concentrato il mio impegno, sia nella fase preliminare in Commissione, sia successivamente nel dibattito in Aula, per raggiungere alcuni obiettivi importanti riguardanti la famiglia e la vita.

Innanzitutto voglio ringraziare tutti coloro che hanno voluto rispondere al mio appello di una visibile testimonianza, aderendo alle istanze da me presentate: davvero tantissime sono state, infatti, le e-mail e le lettere che, nei giorni precedenti al dibattito, mi sono pervenute.

Dunque i risultati ottenuti li devo anche a te, alla tua vicinanza, alla tua condivisione convinta.

Sono lieta infatti di comunicarti che abbiamo raggiunto 4 obiettivi su 5!

Nello Statuto Regionale, infatti, all?art.6 si legge: ?Per il raggiungimento dei propri fini di sviluppo civile e sociale, la Regione:

1) riconosce i diritti della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio e la sostiene nell?adempimento della sua funzione sociale

2) promuove lo sviluppo dell?istruzione in ogni sua forma e grado, della formazione professionale e della cultura, garantendo il diritto allo studio e la libertà di scelta educativa

3) agevola e sostiene le iniziative di utilità sociale poste in essere da associazioni e da organizzazioni di solidarietà e di volontariato

Inoltre, è stata anche accolta la mia richiesta di inserire un articolo aggiuntivo relativamente

4) all?Osservatorio permanente sulle famiglie .

Peccato che la nostra gioia non possa essere piena; infatti, all?art.5 sui diritti fondamentali il massimo ottenuto è stato: ?La Regione riconosce il primato della persona e della vita?.

Certo nelle leggi regionali tale primato può e deve essere declinato nella concretezza. A tale proposito, infatti, nella legge n.32/?01 sulla famiglia, nell?introdurre il quoziente familiare, ricorderai che abbiamo ottenuto che tra i componenti della famiglia vi fosse anche il figlio concepito e la tutela della maternità e del bambino non ancora nato è fortemente presente nella mia proposta di legge di riforma dei consultori familiari che mi auguro venga presto approvata.

Ma il mio emendamento allo Statuto, riguardante la tutela della donna in gravidanza e del figlio concepito, avrebbe certamente rafforzato tale concetto.

Autorevoli componenti della mia maggioranza mi hanno chiesto di ritirarlo, poiché imponeva una visione eccessivamente di parte (?!) . Tale richiesta si è fatta sempre più pressante, pur sapendo che non sarei mai stata disposta a ritirarlo.

Ho cercato di far comprendere a ciascuno di loro l?alto valore in gioco e la grande aspettativa in tal senso, ottenendo, alla fine, l?adesione di 16 consiglieri che hanno voluto apporre la loro firma al mio emendamento. Ho continuato ad avere lunghi e fitti colloqui con molti, anche dell?opposizione, per i quali l?ostacolo insormontabile erano le parole: ?figlio concepito? (forse che una donna in gravidanza non lo è di un figlio? E di che altro, se no?)

Infine, in Aula, il Presidente, pur dichiarando di considerarsi idealmente firmatario del mio emendamento, ha affermato che, mi sarebbe stato molto grato,se avessi rinunciato a tale emendamento per consentire di arrivare ad uno Statuto ?condiviso?.

Ho risposto che non l?avrei ritirato e ne ho argomentato il motivo, chiedendo un voto di coscienza, al di là degli schieramenti politici: la condivisione sarebbe stata possibile solo se da un lato ci fossero stati più convinzione e coraggio e dall?altro meno intolleranza ideologica.

In un?Aula semideserta (presenti solo 6-7 consiglieri della maggioranza e gran parte dell?opposizione), l?emendamento è stato respinto per uno scarto di due voti.

Non ti nascondo l?amarezza e so di condividerla con te: mentre intervenivo in Aula avevo, però, nel cuore la forza del tuo sostegno e negli occhi le tante mamme in difficoltà per una gravidanza che si sono rivolte ai nostri centri di aiuto alla vita chiedendoci di aiutarle a salvare il proprio bambino.

Ma non dobbiamo scoraggiarci!

Sono convinta che quanto è avvenuto ha costretto molti a riflettere e a doversi assumere le responsabilità del proprio comportamento e poi, comunque, lo Statuto non ha completato il suo percorso, essendo solo la prima lettura.Del resto spesso ci ripetiamo quanto ?urgono una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico per mettere in atto una grande strategia a favore della vita? (E.V. n° 95) e questo vale per tutti i contesti, particolarmente per l?ambito politico che non può rimanere neutrale di fronte al diritto alla vita!



Colgo l?occasione di questa mia per darti un?altra importante comunicazione: Carlo Casini, Presidente del Movimento per la vita italiano, si candida nell?UDC alle prossime elezioni europee del 12 ? 13 giugno p.v. per il Collegio elettorale del Centro (Lazio, Toscana, Umbria e Marche).

Certamente già conoscerai il suo impegno, concretizzatosi anche nelle Aule Parlamentari, prima italiane (dal 1979 al 1994) e poi europee (dal 1984 al 1999).

Ben sappiamo quanto oggi, nell?attuale contesto culturale, sia necessario ed urgente un forte e convinto impegno per porre al centro della politica il valore della vita umana e della famiglia, a tutti i livelli istituzionali, dai Consigli comunali, provinciali, regionali al Parlamento italiano ed europeo.

Nell?ambito dell?Unione Europea si stanno affermano preoccupanti tendenze nemiche del diritto alla vita e dell?istituto familiare e, più in generale, della visione cristiana, tendenze che vanno contrastate e vinte attraverso la tenacia di un lavoro parlamentare quotidiano..

Se condividi con me queste riflessioni ti chiedo di aiutarmi nel grande sforzo di mobilitazione necessario per far sì che Carlo Casini, uomo che ha speso la sua vita per la vita, possa essere presente laddove si decide se l?Europa deve essere solo quella dell?euro e degli interessi o anche, e soprattutto, quella della persona umana, dei diritti dell?uomo, delle radici cristiane e dell?azione per la pace e la giustizia.

Per questo mi sento di chiederti di partecipare a questa sfida, molto, molto difficile, poiché i tempi sono scarsissimi e i mezzi ancora meno: l?unica forza che abbiamo è la convinzione personale capace di ?contagiare? chi ci sta intorno.

A tale proposito stiamo organizzando quattro incontri per quattro diverse zone di Roma.

Gli incontri si svolgeranno tutti alle ore 18.oo nei seguenti luoghi:

17-05 mun. II ? III ? IV ? V ? XX Istituto Cristo Re Via Acherusio 71 ( Bus: 310 ? 56)

18-05 mun VI ? VII ? VIII ? IX - X Istituto Maria Immmacolata Via Tor de? Schiavi 150 (Bus: 213 ? 14 ? 5)

19-05 mun XI ? XII - XIII Collegio Serafico Via del Serafico 1 (metro B Laurentina)

20-05 mun I ? XV ? XVI ? XVII ? XVIII - XIX Sala conferenze S. Gioacchino P.za dei Quiriti 17 (Bus: 30 ? 70 ? 81) Metro A Lepanto

Agli incontri saremo presenti sia io che Carlo Casini. Spero tanto che tu possa esserci, e che porterai con te tutti quelli che vorrai coinvolgere in questo impegno nel tuo territorio.

Già da ora comunque, presso la segreteria per l?ufficio elettorale per Roma e provincia : viale Libia 174 - 00199 Roma , tutti i giorni, dalle 9 alle 19 al n° 06 8600242 c?è un punto di riferimento fisso per ogni esigenza o informazione riguardanti la campagna elettorale .

Ti ringrazio per tutto quello che potrai fare.

Olimpia Tarzia

mercoledì, marzo 17, 2004

L'offensiva delle masse grasse

Non so se avete fatto caso ultimamente al proliferare, nei quotidiani "free" e sui principali come il Corriere Della Sera e Repubblica, delle pubblicità per il dimagrimento (non cito le marche anche perché cambiano spesso). Si riconoscono subito perchè sono quelle che da un riquadro solo testuale recitano:

Come far Diminuire il "Grasso" Corporeo

Come riacquistare i "Capelli"

Come avere l'Effetto Ventre Piatto

A me sembrano delle pubblicità truffa. Il fatto è che stanno dovunque, che scrivono in un modo da markettari: quel classico modo con tutte le maiuscole, come

I Ricercatori Americani hanno scoperto un Effetto Riducente nella Cura della Cellulite

I ricercatori QUALI? L'hanno pubblicato su quale rivista scientifica, di grazia? E i numeri ce li vogliamo mettere? Ma no, è ovvio che non c'è nessun riferimento...

Magari sono preparati cosmetici che hanno effetti placebo. L'impressione tipica che ho è che certe parole hanno le virgolette perché c'è il trucco: non riducono il "vero" grasso ma il "grasso", cioè una versione virgolettata che indica che forse faranno ingrassare le tasche di chi le vende, ma non dimagrire chi le compra.

Ora io mi chiedo: perchè questa pubblicità non viene considerata come ingannevole? Probabilmente , stuoli di avvocati avranno usato frasi ad hoc come appunto dicevo sopra: l'uso delle virgolette servirà a farli stare "tranquilli". Ma la cosa che mi fa arrabbiare è che ci saranno stuoli di persone che nelle Farmacie (il maiuscolo è loro) compreranno queste "Pozioni Miracolose". Quando tutti i medici dicono appunto che non esistono le pozioni miracolose. Senza virgolette.

lunedì, marzo 01, 2004

Le auto che guidano male - 1

Il sottile osservatore della blogosfera questa volta si trasferisce nelle strade. Ecco cosa ho eculubrato dalla guida quotidiana per le stradacce di Roma:

Ecco le auto che secondo me guidano peggio e dalle quali è bene stare alla larga (togliersele subito di torno o superarle al volo):

  • Daewoo Matiz
  • Renault Twingo
  • Tutte le auto non catalitiche (forse non si sentono "in regola")
  • Le Fiat Tipo
  • VW Golf più vecchie (diciamo dal 1999 indietro)
  • Mercedes più vecchie

Le auto che generalmente contengono guidatori più concentrati o che guidano meglio:

  • VW Golf recenti (dal 2000)
  • Audi (tutte)

I prepotenti tout-court:

  • BMW (tutte)
  • Mercedes (tutte le più recenti)

alla prossima!